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Ciao Buonascolters!
Allora, ora che abbiamo cominciato a lavorare sulla consapevolezza grazie alla mindfulness, cominciamo pure a farci qualche domanda.
Per esempio sul perché vogliamo metterci in proprio.
Io l’ho fatto perché, nel lavoro da dipendente, ero in una situazione di disallineamento totale e così tossica che ai tempi mi fece ricominciare ad avere gli attacchi di panico.
Ma molto spesso la spinta comune di chi si mette in proprio è la ricerca di significato e appagamento. E nella puntata di oggi parliamo proprio di questi due elementi.
A volte non serve una situazione estrema come quella che ho vissuto io per farci sentire a disagio.
Molte delle coachee con cui sto lavorando mi hanno raccontato di aver cambiato lavoro o di essersi messe in proprio perché volevano trovare un senso in quello che fanno o perché volevano sentirsi appagate o perché volevano una cosa tutta loro.
Significato
Quand’è che ci sembra di trovare significato in quello che facciamo?
In genere quando sentiamo di contribuire a qualcosa di più grande.
Quindi quando ci sembra che quello che facciamo abbia uno scopo.
Quando abbiamo una visione di insieme, insomma. Sia lavorando per altri sia lavorando in proprio.
Sulla visione, lo scopo ultimo, e sulla motivazione — perché fai quello che fai — lavoro molto con i coachee perché sono effettivamente il fattore motivante che ti spinge ad andare avanti anche nei periodi neri.
Per dire, secondo voi in linea di massima cosa offre più significato fra queste tre opzioni:
- impilare mattoni
- impilare mattoni per costruire un muro
- impilare mattoni per fare un muro che sorreggerà un edificio ?
È nella terza opzione che troviamo il contributo al qualcosa di più grande. Che non deve essere per forza una cosa trascendentale, ma come dicevamo è la visione d’insieme.
Altro elemento che aiuta a trovare significato in quello che facciamo è la connessione con altre persone e l’appartenenza a un gruppo. Ecco perché le relazioni con colleghi e capi sono importanti. Il famoso lavoro di squadra, no?
Appagamento
Quand’è invece che ci sentiamo appagati da quello che facciamo?
- Quando facciamo qualcosa che è in linea con i nostri valori.
- Quando troviamo un senso in quello che facciamo, l’abbiamo appena detto.
- Quando abbiamo la possibilità di crescere a livello professionale e personale.
- E, secondo Martin Seligman, figura di riferimento della psicologia positiva, quando riusciamo a esprimere al meglio le nostre potenzialità.
Quando nel 2016 ho lasciato il lavoro, tutti questi elementi erano assenti.
- I valori dell’azienda erano lontanissimi dai miei.
- Non trovavo un senso, perché non c’era visione d’insieme, non solo per me ma per l’azienda in genere.
- Sapevo di non avere nessuna possibilità di crescita professionale e a livello personale temevo una regressione.
- Di potenzialità neanche a parlarne.
Ma l’appagamento può non esserci anche quando manca uno solo di questi 3 elementi.
Altro esempio tratto dalla mia esperienza: dopo aver lasciato quel lavoro, ho aperto la P. IVA e ho cominciato a fare a tempo pieno la social media manager, cosa che facevo anche prima fuori ufficio e su progetti specifici. L’anno dopo ho cominciato anche a lavorare come content writer perché mi piaceva di più.
In questo caso i miei valori non erano frustrati, perché avevo scelto clienti in linea con il mio modo di pensare, e la mia crescita personale e professionale era assicurata. Nel digitale devi essere sempre aggiornato e come freelance ho dovuto imparare anche a entrare in relazione con i clienti e gestirli, che non era una cosa a cui ero abituata.
Però sentivo comunque un disagio, non ero soddisfatta, ma non capivo perché. Mi mancava la consapevolezza.
Quando ho cominciato a lavorare su di me e a prendere coscienza, ho capito anche qual era il mio scopo. E quindi ho capito che in quel lavoro mi mancava il significato perché mi sembrava di non aiutare le persone e perché non vedevo un impatto su di loro.
Quello che conta per me è riuscire a generare un cambiamento nella vita delle persone e con quel lavoro non mi sembrava di farlo.
Una volta capita questa cosa ho cominciato a muovermi per raggiungere il mio scopo ed eccomi qua che sto per diventare coach. Senza quella presa di coscienza sarei ancora lì a fare un lavoro che non mi appaga.
La consapevolezza è fondamentale, lavorateci su, ascoltatevi e datevi retta.
In che cosa trovo significato?
E per capire in che cosa trovate, c’è una domanda potente che potete farvi:
per cosa voglio essere ricordato quando non ci sarò più?
Quando rispondete, fatelo di pancia e soprattutto eliminate la pressione sociale, il giudizio e i dovrei. Non è un tentativo di fare colpo sugli altri, è un esercizio per arrivare alla vostra essenza.
Lo so che è una domandona, anche un po’ scomoda, ma vi farà capire un sacco di cose. Tenete conto che la risposta può cambiare nel corso del tempo. Noi cambiamo, evolviamo, e la risposta evolve con noi.
Quando avrete risposto, preferibilmente scrivendo su un quaderno, rileggete la risposta e andate a fondo con 3 livelli di perché. Più andrete in profondità più vi avvicinerete a capire quali sono gli elementi che ritenete più significativi.
Rileggete la risposta e i vostri “perché” e cercate il filo conduttore:
- Che cosa vi dice di voi quello che avete scritto?
- A cosa date importanza?
- Cosa ha valore per voi?
- Riuscite a vedere il vostro scopo, la vostra motivazione?
- E quindi da questo riuscite a dedurre che cosa ha significato per voi?
Perché mi sono messo (o voglio mettermi) in proprio?
Bene, so che voi che mi ascoltate per lo più lavorate in proprio o state pensando di avviare un’attività, perciò vi voglio lasciare con un po’ di domande su cui riflettere e che fanno parte del percorso di coaching che sto facendo con i miei coachee.
Vi voglio riportare un po’ al significato e allo scopo della vostra attività.
Eccovi un po’ di spunti di riflessione e di scrittura:
- Ho deciso di avviare la mia attività perché volevo…
- Credo in quello che faccio con la mia attività perché…
- Questa attività vale il mio tempo e le mie energie perché…
Poi vi chiedo di ragionare sulla vostra motivazione:
- Lo scopo che voglio raggiungere con la mia attività è…
Dopo aver risposto andate a fondo con 2 livelli di perché.
Alla fine rileggete tutto, fate una bella riflessione, notate come vi sentite. Applicate la mindfulness a tutto il processo.
E poi se vi va venite a parlarne con me e con gli altri ascoltatori nel gruppo Facebook Casa Buon ascolto.
Vi aspetto lì e intanto vi ringrazio del tempo che avete trascorso con me. Ci sentiamo alla prossima puntata!
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