Ultimamente sto incontrando molto spesso questo messaggio
Riposare è parte del lavoro
L’ho visto in alcuni post di LinkedIn, in diversi articoli, in parecchie illustrazioni su Instagram.
E onestamente ogni volta mi infastidisce di più.
Perché quello che ci leggo io è che siccome la nostra performance/produttività/efficienza è comunque la cosa che conta di più, allora per darci il permesso di riposare dobbiamo raccontarci che “il riposo è parte del lavoro” e quindi possiamo concedercelo perché ci renderà più produttivǝ.
E invece no.
Il riposo è parte essenziale della nostra vita, è quello che ci permette di funzionare e di stare bene.
Non dovremmo aver bisogno di giustificarlo o di vederlo in funzione di altro.
Capisco che possa essere una fase di passaggio, cioè quello che comincio a raccontarmi quando sto iniziando a passare dalla performance a tutti costi all’integrazione di momenti di pausa nelle mie giornate e settimane.
È estremamente difficile fare un salto carpiato dalla convinzione che non posso permettermi di riposare a quella che invece il riposo è un mio pieno diritto no matter what.
Perciò ha senso passare prima per “lo sto facendo per lavoro” ed è una cosa che incoraggio nelle mie clienti che ne hanno bisogno perché è l’unico modo per aiutarle a sperimentare quanto fa bene riposarsi e che possono riposarsi. La pratica è fondamentale per riuscire poi a passare all’abitudine.
Ma per me non ha senso che “il riposo è parte del lavoro” passi come messaggio assoluto.
Il riposo ha valore in quanto tale ed è questo il messaggio che dovremmo invece far circolare.
Perché per respingere le convinzioni indotte sulla performance a tutti i costi non basta il lavoro che ogni persona fa su di sé per smontarle, è fondamentale che il messaggio arrivi anche dall’esterno perché sia rafforzato.
Che ne pensi?
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