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Celebrare i progressi: perché è importante e idee per farlo
Oggi parliamo di una cosa che facciamo raramente, tranne quando il calendario ci dice che è il momento, e cioè celebrare.
Per come la vedo io la celebrazione è una parte importante della vita ma anche del lavoro e della gestione del lavoro. È un momento chiave e secondo me andrebbe fatto più spesso e con maggiore consapevolezza e intenzionalità.
Ed è proprio per questo che invito sempre le mie persone a prendersi dei momenti per celebrare, se possono anche ogni settimana.
Perciò oggi vedremo insieme
- cosa celebrare,
- perché è importante celebrare e quali benefici può portarci,
- qualche idea per capire come e quando celebrare, visto che una delle cose che le mie clienti mi dicono spesso è proprio “Eh, ma io non saprei proprio come celebrare”.
1 Celebrare cosa?
Quello che suggerisco sempre è di celebrare i progressi, fatti per esempio nell'ambito di un progetto di lavoro ma non per forza, valgono tutte le aree della vita!
Certo, celebriamo anche i risultati e gli obiettivi raggiunti. Ma non solo, perché altrimenti risultati e obiettivi diventerebbero la misura unica del nostro valore.
E invece è importante guardare i progressi — la strada che c'è per andare da zero all'obiettivo finale, passo dopo passo — e guardarli nel contesto del momento che stiamo vivendo.
Perché guardare i singoli passi ci fa accorgere che li stiamo facendo e che riusciamo a farli anche quando il contesto non è favorevole.
E così ogni passo, per quanto magari ci possa sembrare piccolo e barcollante, diventa un successo, una conquista.
Facciamo un primo esercizio per riscaldarci:
Prendetevi un momento, guardate indietro agli ultimi 7 o 15 giorni e prendere nota dei passi avanti, dei progressi che avete fatto rispetto a progetti o obiettivi, personali o professionali che avevate in ballo.
2 Perché celebrare queste piccole cose?
Forse vi state chiedendo che senso ha celebrare le piccole cose, i piccoli passi, anche quando non siamo ancora arrivate al risultato che volevamo.
Beh, Celebrare queste piccole cose ci serve per imparare a interiorizzare i progressi e i successi e nutrire così il nostro senso di autoefficacia che a sua volta ci aiuta a ridimensionare la sindrome dell’impostore.
Ci serve anche a fermarci a riflettere su quello che abbiamo fatto e assaporare il momento, senza che tutto diventi una corsa continua verso il prossimo obiettivo.
E ci serve a anche motivarci a continuare la strada e perseguire poi i nostri obiettivi, gli altri passi sul nostro percorso.
E poi celebrare è un ottimo modo per prenderci un momento di pausa, di stacco dal lavoro, che chiaramente è qualcosa essenziale per il nostro benessere e con cui però potremmo avere qualche difficoltà.
Facciamo un altro momento di pratica:
Chiedetevi su quale di questi aspetti potrebbe aiutarvi una pratica di celebrazione:
- interiorizzare progressi e successi e quindi tenere a bada la sindrome dell’impostore,
- assaporare il momento senza saltare subito al prossimo obiettivo o progetto,
- motivarvi a continuare il cammino,
- prendervi un momento di pausa.
Potrebbe essere uno solo o più di un aspetto.
3 Quando e come celebrare
Siccome è un po’ difficile all’inizio fare spazio per i momenti di celebrazione, nell’agenda ma soprattutto nella nostra testa, ora vediamo insieme qualche spunto su quando e come celebrare.
Partiamo dal quando.
Il mio suggerimento è, se possibile, cercare di avere un momento settimanale o al massimo quindicinale in cui fermarsi a riflettere su quanto abbiamo fatto nei giorni precedenti e poi celebrarli.
E poi avere dei momenti dedicati alla celebrazione quando arriviamo a raggiungere un obiettivo che ci eravamo poste. E naturalmente qui il quando non ha una cadenza fissa ma è collegato all’obiettivo.
Se invece vogliamo celebrare un progetto, secondo me ci sono due opzioni:
- celebrarlo quando lo chiudiamo per avere un senso di chiusura del cerchio, magari anche ripercorrendo le varie tappe e le varie attività che abbiamo fatto,
- oppure celebrarlo all’inizio.
Questa seconda opzione mi è venuta in mente quando una persona che affianco mi ha detto che per lei la celebrazione di un progetto che si chiude è cominciarne un altro.
Il problema di non celebrare il progetto chiuso però potrebbe essere che non ci prendiamo un tempo di respiro che ci consenta di recuperare energie da dedicare al nuovo progetto.
Allora perché non inserire un momento di celebrazione all’inizio del nuovo progetto per festeggiare l’apertura e soprattutto per avere tempo e spazio per ricaricarci?
Abbiamo visto il quando, parliamo un attimo di come celebrare.
Il come è molto soggettivo perché dipende da voi e dai vostri gusti. L’idea è comunque quella di dedicare un momento a un’attività che vi fa stare bene e che può essere corta o lunga a seconda delle esigenze del momento.
Potrebbe essere una passeggiata, un cinema, una mostra, un caffè con le amiche, un momento di lettura con una bevanda… ma anche, che so, andare a farsi fare un massaggio, fare un gita o un weekend fuori, andare a ballare… le opzioni sono infinite.
Vi suggerisco di scegliere quello che vi ispira di più e che è fattibile nel momento in cui volete inserirlo.
Veniamo alla nostra pratica adesso:
Vi chiedo di
- stabilire, a grandi linee, quando fare i vostri momenti di celebrazione,
- fare un elenco di cose che amate fare da cui potete pescare quella per la celebrazione quando avete poca energia e ispirazione, così non rischiate di saltarla.
A presto!
Bene, siamo arrivate alla fine!
E io stavolta ne approfitto per lanciarvi una piccola sfida: come celebrazione jolly degli ultimi mesi vi propongo di pensare a qualcosa che è da un po’ che vorreste fare e poi metterla in calendario appena possibile.
E poi fatemi sapere come festeggerete!